ATTENZIONE A MASCHERE E OGGETTI ETNICI MALEDETTI

Don Gabriele Amorth, una domanda che, forse, ad alcuni può sembrare eccessiva: oggetti africani e orientali, come maschere o altre suppellettili che si comprano qui o all’estero, possono “nascondere” qualche influsso malefico?

È un tema interessante a cui però non si può rispondere in assoluto. Il rischio però c’è e occorre esserne consci, perché su di essi può esserci stato un rito magico. Desidero fare un’ampia premessa per ricordare che la magia – che ha un’origine pagana e la cui storia affonda le radici ben prima della Rivelazione, oltre tremila anni fa – è il ricorso alle forze del demonio per influire sugli accadimenti umani a detrimento di qualcuno o a suo vantaggio. Chi la pratica, dal mago al suo “cliente”, si affida al diavolo: per questo è un peccato molto grave che va sempre confessato. La magia, inoltre può essere “imitativa” o “contagiosa”.

La prima si basa sulla somiglianza della forma dell’oggetto su cui si esegue il rito magico: ad esempio si punge con un chiodo o un ago un pupazzo per colpire la persona che lo rappresenta. Qui avviene una specie di transfert dall’oggetto alla persona. Ma la magia può essere anche di tipo “coraggioso”, o “infettivo”, cioè “per contatto”, passato o presente. In questo caso, il rito si esegue su parti del corpo della persona da colpire – quali capelli, unghie o denti – oppure su oggetti appartenuti o appartenenti a lei: articoli di abbigliamento o di biancheria come calze, pantaloni, magliette, coperte, eccetera, oppure suppellettili della casa, come gli oggetti a cui lei faceva riferimento. Questi, qualora siano stati maleficati, trasferiscono il loro potenziale negativo sulla persona. Quello che mi preme sottolineare, a ogni buon conto, è che, come si fanno benedire gli oggetti dai sacerdoti, così si possono anche far maledire dai maghi. Occorre, dunque, attenzione.

Quindi ad esempio una maschera africana può nascondere un simile effetto negativo?
Può, non deve necessariamente. È a rischio e pericolo di ognuno accettarla o comprarla.Io, certo, non la vorrei nei miei locali. Gli effetti negativi comunque, ammesso che vi siano, possono essere l’avversione al sacro, la presenza insistente di disturbi locali quali odori nauseabondi o rumori innaturali, la persistenza di sintomi fisici negativi sulle persone o di situazioni lavorative o affettive particolarmente sfortunate.

È opportuno far benedire questi oggetti?

È sicuramente una buona cosa procedere con una bella benedizione; tuttavia, la cosa migliore da fare, in caso di grave dubbio, è di liberarsi dell’oggetto, provvedendo magari a farlo bruciare, se possibile sotto esorcismo.

DON GABRIELE AMORTH

Nato a Modena da una famiglia religiosa legata all’Azione Cattolica, è stato membro della FUCI. Laureato in giurisprudenza, è entrato a far parte della Società di San Paolo e quindi ordinato sacerdote nel 1954. Ha pubblicato molti articoli sulla rivista cattolica «Famiglia Cristiana». Appassionato di mariologia, è stato per molti anni direttore del mensile «Madre di Dio». È membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Dal 1986 è esorcista nella Diocesi di Roma per mandato del cardinale vicario Ugo Poletti. Nel 1990 ha fondato l’Associazione internazionale degli esorcisti, di cui è stato presidente fino al 2000. Attualmente ne è presidente onorario. Con Paolo Rodari ha pubblicato il bestseller internazionale “L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana” (Piemme, 2012).
fonte:
Aleteia
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