Milano. Bimbo cade dal settimo piano, rimbalza sulla tettoia e chiama la mamma

Il piccolo è stato soccorso in gravi condizioni al Niguarda, ma non è in pericolo di vita

Un volo altissimo, dal settimo piano di un palazzo. E il miracolo di una tettoia che attenua la caduta.

Ha rischiato la vita un bambino di quattro anni che ieri è caduto dal balcone di casa sua, in zona Barona. Il bimbo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda, come ha fatto sapere l’Agenzia regionale emergenza urgenza.

L’incidente è avvenuto domenica 22 intorno alle ore 10. Il bambino si è sporto troppo ed è precipitato dal balcone del suo appartamento nel cortile interno dello stabile. Sul posto sono intervenuti oltre all’ambulanza, anche l’automedica e le forze dell’ordine. Le indagini per ricostruire lo svolgimento dei fatti sono in mano alla polizia. Il piccolo, quando è stato soccorso dal 118, era in gravi condizioni ma cosciente. Figlio di una coppia di filippini ed precipitato dalla casa in cui vive con la propria famiglia.

Nel pomeriggio le condizioni del bimbo sono migliorate, infatti, i medici volevano dimetterlo. Nonostante il volo dal settimo piano e all’atterraggio sulla tettoia del cortile non ha riportato lesioni che potessero metterlo in pericolo di vita. La struttura che ha attutito il colpo, costruita dal condominio come riparo dell’ingresso dal cortile, è fatta di plastica ondulata e legno compensato. Dopo essere atterrato sulla tettoia, il piccolo è rimbalzato ed è finito su alcuni cespugli. Se fosse caduto a terra, con grandi probabilità sarebbe morto sul colpo. Per fortuna non ha mai perso conoscenza ed è fuori pericolo.

«Non avremmo mai voluto leggere – ha detto il capogruppo di Fdi-An in Regione Riccardo De Corato – della tragedia in cui un bambino di quattro anni è stato ricoverato in gravi condizioni in ospedale dopo essere caduto da un edificio in via Isimbardi». Chi è intervenuto, continua il capogruppo, ha constatato «come ben sanno i residenti nella zona di via Isimbardi (Zona 5) la situazione di degrado, fatiscenza e precarietà di un intero stabile dove da tempo ci sono occupanti abusivi. A ridosso dei Navigli abbiamo insomma un palazzo preda dell’illegalità, risultato di anni durante i quali decine di migliaia di migranti sono passati e finiti non si sa dove, che per l’80 per cento non hanno diritto all’asilo. Sottovalutare i problemi derivanti dalla mancata sicurezza, accettare supinamente l’invasione di richiedenti asilo, tollerare che le case Aler e di altro genere siano piene di abusivi porta esattamente a questo».

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