“Mia figlia ha chiuso con i compiti”. Inizia così un lungo post condiviso su Facebook dalla scrittrice Bunmi Laditan che in pochi giorni ha ricevuto tantissimi like e condivisioni. Il post ha, inoltre, riacceso il dibattito sui compiti assegnati a casa ai piccoli studenti. Qualche mese fa era stata la mamma di Mariasole a parlare di tale questione e ora è la Laditan, madre di una bambina di 10 anni, che ha deciso di condurre una battaglia contro ingente quantità di compiti per casa, per fare ciò ha condiviso sui social un’email inviata alla scuola della bambina in cui annuncia che “Maya ridurrà drasticamente la quantità dei compiti”.
“Mia figlia è a scuola dalle 8.15 della mattina alle 4 del pomeriggio tutti i giorni, – afferma mamma Bunmi –quindi qualcuno può spiegarmi perché deve fare i compiti per altre due o tre ore ogni sera? Fare i compiti fino alle 6.30, poi cenare e rilassarsi per un’ora prima di andare a letto che senso ha?” Per la Laditan le ore passate a fare i compiti a casa tolgono tempo prezioso alla figlia “per essere semplicemente una bambina” e per dedicarsi alla sua famiglia.
“I bambini hanno bisogno di un po’ di tempo per riprendere fiato dopo la scuola esattamente come gli adulti ne hanno bisogno dopo il lavoro”, scrive su Facebook, “hanno bisogno di giocare con i loro fratelli. Hanno bisogno di creare un legame con i loro genitori in un’atmosfera rilassante, non in una in cui tutti sono stressati a proposito delle frazioni perché – SORPRESA – io non sono un’insegnante. I bambini hanno bisogno di tempo per godere della loro infanzia”.
Il post ha fatto molto scalpore sul web, scatenando le reazioni delle persone specialmente degli insegnanti che si sono sentiti tirati in causa e si sono subito divisi tra favorevoli e contrari alla presa di posizione della scrittrice. C’è chi mette in evidenza “la gioia e l’importanza della conoscenza” e chi è del parere che “più riposo e meno compiti producono adulti più felici”, ma c’è anche chi, infine, prova a chiudere la questione favorevole che “i bambini hanno bisogno di essere bambini, ad ogni età”.