Il bambino è nato con cesareo d’urgenza alla 32esima settimana di gestazione e solo dopo un mese d’osservazione è stato dimesso dall’ospedale
“Sono una vittima dei no-vax”, ha detto Silvia.
La storia che è stata raccontata da Il Messaggero vede come protagonista una mamma e il suo piccolo, che porta in grembo. Silvia ha 39 anni ed è alla 32esima settimana di gestazione ed ha già deciso il nome del suo bambino, si chiamerà Nathan. Tutto sembra andare per il meglio, fin quando la donna inizia ad avere una strana febbre che, con il passare dei giorni invece di migliorare, peggiora sempre di più. “Inizio ad avere una strana febbre che non scende con gli antipiretici…”
In seguito ad una visita da parte dei medici, viene accertato che Silvia ha contratto il morbillo, malattia molto pericolosa per il piccolo, e quindi deve essere immediatamente realizzato un cesareo d’urgenza. Silvia da alla luce il piccolo Nathan, il quale nato prematuro deve essere tenuto sotto osservazione in ospedale. Dopo all’incirca un mese, tempo nel quale la madre non può vederlo perché potrebbe contagiarlo viene dichiarato fuori pericolo. La mamma del piccolo Nathan, che ha anche una polmonite provocata dal morbillo, si riprende dal tutto dopo tre mesi. Una storia che poteva essere tragica e finire nel peggiore dei modi, ma che fortunatamente non lo è stata. La donna però non ha dubbi: “Sono una vittima dei no-vax”. Per dovere di cronaca, bisogna aggiungere che anche Silvia da bambina non era stata vaccinata contro il morbillo, e non ha avuto la necessità di vaccinarsi in età adulta perché il livello della copertura vaccinale era sufficientemente alto da proteggere anche individui come lei.