A Napoli una bimba è stata abbandonata in ospedale in seguito alla nascita, affetta dalla sindrome di down è stata rifiutata da sette coppie in attesa di adottare un bambino. Alla fine il tribunale dei Minori, seguendo una possibilità prevista dalla legge, ha affidato la bambina a un genitore single, un uomo che voleva tanto diventare papà.
La vicenda è accaduta a Napoli ed è stata raccontata dal quotidiano Il Mattino: una bimba con la sindrome di down, abbandonata in ospedale in seguito al parto, è stata adottata da un uomo single solo dopo essere stata rifiutata da sette coppie in attesa per l’adozione di un bambino. Il tribunale dei Minori, com’è solito operare, ha contattato le famiglie in lista di attesa, avanzando la possibilità dell’adozione, ma ricevendo solo ‘no’ come risposta: nessuno se l’è sentita di intraprendere la crescita di una bambina con la sindrome di down.
Dopo i vari rifiuti il giudice si è rivolto a un uomo single
Di conseguenza, scorrendo la lista dei possibili genitori, i giudici sono arrivati a un uomo single che desiderava diventare papà, al quale infine è stata affidata la piccola. Per fortuna la possibilità, quella di affidare un minore a genitori single, è prevista dalla legge numero 184 del 1983 all’articolo 44, che norma le eccezioni alla regola riguardo le adozioni da parte di una coppia composta da due genitori. O meglio quelle che riguardano i minori orfani di madre o padre nel caso in cui con il single si sia instaurato un rapporto “stabile e duraturo” preesistente alla morte dei genitori o nel caso in cui ci sai un grave handicap.
Chi si batte per le “famiglie tradizionali” non ha mosso un dito
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli: “Dov’erano quelli che hanno promosso le manifestazioni in difesa della ‘famiglia tradizionale’ a cominciare da quelli che hanno portato anche a Napoli il pullman contro le differenze sessuali o quelli contro l’aborto. La loro posizione pro famiglia e pro bambini è solo estetica. Purtroppo, dietro le parole e le operazioni di facciata, c’è solo tanta ipocrisia e chi difende la cosiddetta ‘famiglia tradizionale’ vuole solo quella in cui ci sono bambini a loro dire ‘normali’ e lasciano fuori invece chi ha disabilità o gusti sessuali diversi”.